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Chiararte - Maria Chiara Mignani Artista Italiana

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Lightscape

Il processo creativo delle opere di Maria Chiara Mignani, apparentemente semplice, è in realtà l’evoluzione di una tecnica complessa fatta di accrescimento di saperi maturati al limite tra immaginario e l’assoluta esplosione della tinta che si fa materia. Si potrebbe definire “pittura evocativa-astratta”.

La luminosità delle opere è caratterizzata da atmosfere rarefatte impreziosite, talvolta, dall’oro quale richiamo di tessere musive.

La stratificazione di intrecci e trame deriva da un insieme di collage con strappi di carta, ritagli di giornale, foto, e sovrapposizioni di strati di colore ad olio che invitano l’osservatore a penetrare all’interno dell’opera.

La continua ricerca di innovazione ed arricchimento stilistico hanno portato l’autrice a sperimentare tecniche miste sempre più vicine all’astrattismo.

La libertà di espressione senza limiti incarna il suo mondo interiore tra il conscio e l’inconscio, traendo ispirazione dal desiderio di concretizzare stati d’animo e realtà attraverso l’uso del colore, che rimane l’assoluto protagonista.

English

The creative process of Maria Chiara Mignani’s works, apparently simple, is in reality the evolution of a complex technique made of the enhancement of knowledge matured on the line between imagery and absolute explosion of colour that becomes matter. It could be defined as “evocative-abstract painting”.

The luminosity of the works is characterised by rarefied atmospheres embellished, at times, by gold as a reminder of mosaic tesserae.

The layering of weaves and textures derives from a combination of collages with paper tears, newspaper cuttings, photos, and overlapping layers of oil colour that invite the observer to enter inside the work.

The continuous search for innovation and stylistic enrichment has led the artist to experiment with mixed techniques that are ever closer to abstractionism.

A limitless freedom of expression embodies her inner world between the conscious and the unconscious, drawing inspiration from the desire to concretise states of mind and reality through the use of colour, which remains the absolute protagonist.

Hence the chromatic unity of the works, which gives imprint to the entire composition. “Lightscape” tells of the painter’s desire to seek harmony and balance in her canvases characterised by Japanese ideograms, inspired by “wa”, which means “harmony, peace, sum, and totality”.

Da ciò deriva l’unità cromatica delle opere che dà l’impronta a tutta la composizione. “Lightscape” narra del desiderio della pittrice di ricercare armonia ed equilibrio nelle sue tele contraddistinte da ideogrammi giapponesi, ispirandosi a “wa” che significa “armonia, pace, somma e totalità”.

In natura la luce crea il colore. Nella pittura il colore crea la luce.
— Hans Hofmann

In nature, light creates colour. In painting, colour creates light.
— Hans Hofmann

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CRITICA MOSTRA “VIAGGIARE OLTRE” – Maggio 2023

La visione del pittore è una nascita prolungata. Maurice Merleau-Ponty

Maria Chiara Mignani ama viaggiare: con il corpo, con l’anima, con la commozione negli occhi. E il viaggio costituisce, di per sé, un continuo preambolo, l’attesa di qualcosa che verrà, un’ansia felice. Per dirla con Merleau-Ponty, una nascita. Talvolta, la complessità stratificata di un luogo emerge con violenza di fiamma, come semi che spacchino il guscio e fecondino il mondo, fuochi d’artificio o lame argentee.

L’artista ama le derive, le svolte impreviste nel percorso. La sua curiosità si fa conoscenza, la realtà osservata nelle moltitudini dei segni e trasposta sulla tela, aderente alla vita e assieme assoluta. Il viaggio nello spazio è, insieme, anche un viaggio nel tempo e contro il tempo; corsa folle che la razionalità di Maria Chiara blocca e rapprende tra le mani, per poi restituircela stillante di perle. Viene alla luce, con l’opera, l’origine delle cose: un vedere ininterrotto, per calchi e strappi, inserti cartacei che accentuano la componente materica, e tinte assolute. Nulla a caso: Mignani possiede una solida formazione accademica, pittura ed affresco; nella costruzione gestuale, pone la medesima cura utilizzata per un soggetto della tradizione, nature morte, esercizi di morandiana memoria. La stessa attenzione ai calibri, alla struttura dell’immagine.

Nel viaggio, tutti noi siamo tempo plurimo, e durata: ogni cammino è segno comune, archeologia del paesaggio, eco del mare. Destini, che il desiderio dell’artista, la sua riconoscenza riconoscono e perpetuano: nel rarefarsi dell’atmosfera, nel gelo improvviso che fa risaltare le ombre sulla spiaggia, nella rivisitazione luminosa della sua Venezia.

Ogni storia ci arriva, oggettiva e straniata, misurata in quei particolari che la pittrice afferra. Così il Ghetto di Venezia, e la Gerusalemme più nascosta ed intima, la formula del bosone di Higgs e il ritmo delle onde sulla battigia sono istanti di mistero, crepitìo universale. Preghiera, infine, felicità sottile del volo. Maria Chiara ha questo potere, inscrivere i cieli cosparsi di stelle nel gesto infinito dell’attesa, e della partenza; marcare il racconto d’ideogrammi giapponesi, per regola e per amore. Qui sta il fascino delle sue opere agite e meditate, nella vertigine sottile che la realtà stessa concede: pittura della distanza necessaria, del giusto peso; pittura dell’antico stupore, e dell’azzardo senza limiti, come di chi parte per tornare, e narrare.

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Maria Chiara Mignani

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